Lunedi' 9 febbraio sciopero nazionale dei medici, veterinari, sanitari e tecnici-amministrativi del Servizio Sanitario Nazionale.
E' la 'vertenza per la salute', proclamata da un cartello che riunisce oltre 42 sigle di categoria, fra sindacati autonomi e confederali, illustrata ieri in una conferenza stampa a Roma.
Un fronte compatto che non ha precedenti nemmeno negli scioperi dell'86 e del '93, quando a protestare contro la politica sanitaria dei governi di allora erano solo i medici. Lunedi' gli operatori sciopereranno a difesa del servizio sanitario pubblico, ''messo a rischio dalla mancanza di finanziamenti e dalla devolution''.
In assenza di risposte da Governo e Regioni, i sindacati hanno in programma altri due giorni di sciopero, l'8 e 9 marzo, e una manifestazione nazionale a Roma, il 2 aprile. E pensano ad altre iniziative, come lavorare a orario ridotto.
Lo sciopero di lunedi' riguarda 130 mila dirigenti del Ssn, di cui circa 103 mila medici, a cui si aggiungono 25 mila specializzandi.
I giovani camici banchi continuano a protestare per la mancata applicazione in Italia, da oltre 10 anni, della direttiva Ue sulla formazione specialistica e il nulla di fatto sui contratti di formazione-lavoro che avrebbero dovuto sostituire le borse di studio.
Per l'astensione dal lavoro dei camici bianchi, dalle 00.00 alle 24.00, salteranno circa 90 mila interventi chirurgici gia' programmati e non saranno effettuate visite specialistiche, esami diagnostici come Tac e risonanze, analisi di laboratorio.
Negli ospedali e negli ambulatori verranno garantite le prestazioni di emergenza. La protesta dei veterinari comportera' lo stop della macellazione delle carni e il blocco del pesce nei mercati.
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