''Anche se aspettavamo il si' del Consiglio dei ministri agli atti d'indirizzo qualche settimana fa, valutiamo positivamente questa apertura di dialogo con i medici. Dopo mesi di scioperi e agitazioni, finalmente una concreta inversione di tendenza''. Lo afferma Gianfranco Rivellini, responsabile nazionale dirigenza medica della Cumi-Aiss, aderente a Federazione medici-Uil/Fpl.
Il sindacato, pur soddisfatto, ribadisce i ''punti irrinunciabili'' per un vero avvio delle trattative per il rinnovo di contratti e convenzioni. ''Per la medicina convenzionata - spiega Rivellini - è necessario saldare il triennio 2001-2003, reperire risorse aggiuntive, ritirare la bozza presentata dalla Sisac, non aumentare i carichi di lavoro dei medici di famiglia, garantire e valorizzare la figura della guardia medica, potenziare l'assistenza per i cittadini sul territorio''.
Per la dirigenza, prosegue, ''è fondamentale innanzitutto chiudere il biennio economico 2002-2003, tenendo presente che le risorse previste, il 5,66% della massa salariale 2001, rappresentano per la quota pari al 4,8% esclusivamente il recupero inflativo 2002-2003 certificato dall'Istat''. Al di la di questi nodi da sciogliere, la sigla afferma di guardare ''con preoccupazione al confronto politico che sta investendo il Paese. Non vorremmo che alcuni aspetti già critici, come la devolution in sanità, subissero improvvise accelerazioni aggravando un già precario equilibrio nel rapporto tra Ssn, Regioni, medici e cittadini. Il prossimo Dpef è il primo banco di prova per dimostrare che la sanità in questo paese non è una semplice voce di spesa, ma un investimento produttivo a tutela dei diritti dei cittadini''.
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