No a tagli delle prestazioni, ma confezioni plurisettimanali e distribuzione dei medicinali in farmacie anche all'interno degli ipermercati, per risparmiare almeno un miliardo di euro del bilancio dello Stato. Senza gravare sui cittadini. E' la ricetta di Ageing Society, Osservatorio della terza eta'. L'ultimo studio del dipartimento economico dell'Osservatorio, diretto da Andrea Monorchio, mette sotto la lente d'ingrandimento l'erogazione delle medicine per i malati cronici, proponendo semplici innovazioni sulla distribuzione intermedia e finale e l'introduzione di confezioni 'ottimali' e per l'inizio delle cure (start).
Lo studio evidenzia che dal prontuario farmaceutico (oltre 3.500 farmaci rimborsati dal Ssn), circa 2 mila prodotti sono destinati alle malattie croniche. Se fossero dispensati in confezioni ottimali (maxi), queste specialita' rientrerebbero nelle fasce superiori di sconto di cui gode il Ssn in base alla Finanziaria 2003. La trattenuta operata dallo Stato alle farmacie, che varia dal 6% al 19 % in base al prezzo del medicinale, produrrebbe risparmi per oltre 850 milioni di euro di costi diretti.
Il progetto prevede anche l'introduzione delle confezioni start (cioe' con piccole quantita' di dosi), che eviterebbe sprechi, in caso di prima prescrizione, dovuti alla verifica dell'efficacia e della tollerabilita' del farmaco: l'accesso alle confezioni ottimali avverrebbe solo dopo aver stabilizzato il paziente con i medicinali a lui piu' adatti.
Infine, il processo di riforma proposto dall'Osservatorio della terza eta' riguarda la rottura del monopolio della vendita dei farmaci, da attuare all'inizio in maniera parziale. Per l'associazione, le catene della grande distribuzione sono molto interessate ad aprire nuove farmacie, regolarmente gestite da un laureato, da affiancare alle 16 mila gia' esistenti. In piu', si accontenterebbero di un aggio tra il 4% e il 10%, contro il 22,6% pagato attualmente dallo Stato alle farmacie (il 12,5 del Regno Unito e il 16% della Svezia). L'apertura di solo mille nuovi esercizi nei centri commerciali consentirebbe allo Stato un minore esborso da 100 a 150 milioni di euro.
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