La gestione dei pazienti affetti da sospetta Trombosi Venosa Profonda (TVP) e/o Embolia Polmonare (EP) è difficile quando non è possibile eseguire immediatamente i test necessari a confermare il sospetto diagnostico (ad esempio l'ecodoppler nel caso di TVP o la scintigrafia polmonare nel caso di EP).
Ciò si verifica non solo nelle strutture ospedaliere periferiche ma anche in quelle più avanzate durante la notte o il week-end. Pertanto, nel periodo di tempo necessario ad ottenere i test strumentali, è prassi diffusa tra i medici effettuare ricoveri e terapie che, tuttavia, potrebbero rivelarsi non necessarie. Infatti, soltanto in ¼ d questi pazienti la malattia viene confermata oggettivamente.
Tuttavia, lasciare non trattati pazienti con TVP o EP potrebbe essere particolarmente pericoloso. Siragusa e coll. del Centro Trombosi/Emostasi della U.O. di Ematologia con TMO di questa Azienda, in collaborazione con il Policlinico di Pavia, hanno pubblicato i risultati di una investigazione che ha sperimentato un test rapido della coagulazione associato ad una scala clinica per stabilire "in urgenza" il rischio trombotico del paziente, ottimizzando la sua gestione in attesa di eseguire i test opportuni.
Lo studio, applicato in 533 pazienti affetti da sospetta TVP ed EP, ha consentito di ritardare i test strumentali fino a 72 ore ed ha evitato oltre il 60% di ricoveri. I risultati ottenuti da questa investigazione possono cambiare la pratica clinica; essi infatti forniscono un percorso economico e facilmente applicabile anche da medici "non esperti di tromboembolismo", per la gestione in urgenza dei pazienti affetti da sospetta TVP o EP.
(Arch Intern Med. 2004; 164: 2477-82)
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