Il test urinario del PCA3 può aiutare ad identificare tumori prostatici clinicamente significativi e ridurre il numero delle biopsie non necessarie.
Il PCA3 risulta sovraespresso nel 95 percento dei tumori prostatici: è stato sviluppato un test in grado di dosare le concentrazioni di mRNA relativo a PCA3 e PSA nelle urine post-esame digitale rettale.
Il PCA3 inoltre è in grado di indicare anche lo stadio clinico e l'aggressività del tumore, e risulta elevato negli uomini con neoplasie intraepiteliali di grado elevato, il che rivela una potenziale utilità non soltanto nell'identificazione dei candidati alla sorveglianza attiva, ma anche della necessità di intervento nei soggetti già arruolati nei protocolli di attesa vigile.
E' necessario ora identificare marcatori che possano aiutare ad identificare forme della patologia pericolose per la sopravvivenza ad uno stadio ancora curabile: probabilmente questo scopo verrà raggiunto tramite un set di biomarcatori, fra cui è possibile che trovi posto anche il PCA3.
(Eur Urol 2008; 54: 980-1 e 1081-8)
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