Un gruppo di ricercatori italiani dell'Istituto superiore di sanita' e dell'universita' di Roma Tor Vergata ha individuato una nuova strada per tenere sotto controllo l'infezione da Hiv e salvare le cellule del sistema immunitario che normalmente sono il bersaglio del virus.
La strategia, spiegano Enrico Garaci, Filippo Berardelli e Carlo Federico Perno sulla rivista americana Proceedings of National Academy of Sciences, consiste nel bloccare con un anticorpo specifico il fattore di crescita nervoso (Ngf) individuato dal premio Nobel Rita Levi Montalcini, che viene prodotto da alcune cellule chiamate macrofagi, ritenute il serbatoio del virus dell'Aids. Tali cellule, secondo gli studiosi, permettono che l'infezione diventi cronica perche' sono in grado di trasportare il virus Hiv nelle cellule del sistema immunitario chiamate linfociti T.
L'Ngf, ha spiegato Garaci, e' un fattore di crescita che viene prodotto quando i macrofagi vengono infettati dall'Hiv.
Ma se si blocca questa sostanza con un anticorpo la cellula serbatoio viene indotta al suicidio e con lei anche il virus Hiv. In questo modo viene meno la riserva di virus che alimenta in continuazione l'infezione.
I dati sperimentali di questa nuova strategia sono stati dimostrati non solo in provetta ma in vivo nei topi, ai quali erano state inoculate cellule del sistema immunitario umano.
I ricercatori hanno dapprima inoculato nei topi i macrofagi infettati dall'Hiv insieme ad alcuni linfociti umani osservando che erano sufficienti 500 cellule serbatoio per uccidere 30 milioni di linfociti.
Successivamente hanno somministrato anticorpi anti Ngf: i topi trattati con gli anticorpi erano protetti dall'infezione, dimostrando che il trattamento induce nei macrofagi il suicidio cellulare (apoptosi), aprendo la strada ad un nuovo approccio nella terapia.
''I dati sperimentali sono promettenti - conclude Garaci - e i test proseguiranno ora su scimmie prima di passare all'uomo''.
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(ANSA).
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