Il bambino e' giudizioso, bravo a scuola, il primo della classe?
Nulla di preoccupante, ma i genitori dovrebbero osservarlo piu' attentamente e capire se fa fatica a essere sempre il primo, se la sua non sia una ricerca esasperata del perfezionismo.
Perche' se un giorno non riuscisse piu' a stare al vertice, potrebbe crollare in una forma di anoressia.
Non vuole allarmare nessuno la professoressa Maria Gabriella Gentile, direttrice del Centro per il trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare dell'Ospedale di Niguarda.
Ma oggi nel corso della 13/a edizione delle Giornate di Nutrizione Clinica, in via di svolgimento presso l'ospedale milanese, e' stato detto chiaramente che negli ultimi anni il numero dei casi di disturbo alimentare (anoressia, bulimia e altre forme intermedie) e' in crescita un po' dappertutto nel mondo occidentale.
In Italia sono da 8 a 10 ogni 100 ragazzi fra i 13 e i 25 anni, la maggior parte di sesso femminile.
''Ma a questa fascia ormai consolidata di giovani con problemi, cominciano ad aggiungersi - ha detto la professoressa Gentile - casi finora anomali, di persone oltre i 40 anni e di bambini sotto gli 11 anni''.
Soprattutto questi ultimi destano la preoccupazione della specialista: ''Spesso sono storie diverse di bambini che hanno un fatto in comune: non riescono a vivere la loro eta' con la dovuta spensieratezza''.
Tutti i bambini dovrebbero giocare e studiare con piacere, ma molti di quelli che sono stati visitati a Niguarda per problemi di disturbi del comportamento alimentare, erano bambini bravi, obbedienti, bravissimi a scuola. ''Troppo bravi - ha osservato la professoressa Gentile -.
Nel voler accontentare i propri genitori, spesso ricercano continuamente il perfezionismo''. E' una situazione di stress prolungato che alla lunga il bambino non riesce a mantenere. Allora subentrano i classici motivi alla base di ogni disturbo di questo tipo (sia esso anoressia o bulimia): non accettazione di se' come persona, bassa autostima, sfiducia in se stessi.
La terapia piu' efficace, come in tutti i casi di disturbo del comportamento alimentare, e' sempre quella di un approccio integrato, psiconutrizionale.
''Ma noi lavoriamo molto con i genitori di questi bambini - ha aggiunto Gentile - e diciamo loro di fare molta attenzione a quello che si chiede ai propri figli, anche senza volerlo. E di cercar di capire se nel loro agire quotidiano vi sono segni di una ricerca di perfezionismo'', che va quindi sdrammatizzato e annullato.
E gli over 40? ''Il motivo - ha risposto la professoressa Gentile - e' sempre lo stesso ed e' complesso: alla base c'e' il non accettarsi come persone e la scarsa fiducia in se stessi. E anche qui la grande maggioranza e' donna.
Forse il tentare di fare troppe cose contemporaneamente: il marito, il lavoro, i figli, e constatare che non si riesce a star dietro a tutto''.
Il centro di Niguarda diretto dalla professoressa Gentile e' da anni impegnato nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, e ha recentemente aperto un nuovo servizio, dedicato al trattamento residenziale alle persone affette da anoressia/ bulimia, dotato di 10 letti, che portano a un totale di 27 quelli impegnati nella terapia riabilitativa.
Questo caratterizza Niguarda come l'unica realta' della sanita' pubblica lombarda in grado di gestire l'intero percorso assistenziale per un problema che affligge cosi' tanti giovani e adolescenti.
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