Uno studio sperimentale condotto nel nostro Policlinico ha documentato che l'assenza di trombosi venosa residuale a seguito di un primo episodio di trombosi venosa profonda è un affidabile indicatore dei pazienti che possono sospendere in sicurezza la terapia anticoagulante.
I pazienti in cui il primo episodio non lascia reliquati possono essere trattati anche solo per tre mesi. La terapia anticoagulante a lungo termine è altamente efficace nella prevenzione delle recidive, ma l'incremento del rischio di emorragie potrebbe inficiarne i benefici: la durata ottimale della terapia non era stata finora determinata.
Il gruppo di lavoro, coordinato dal Prof. S. Siragusa, ha osservato che almeno il 20 percento degli episodi di recidiva interviene nell'arto controlaterale rispetto al primo episodio, il che supporta l'ipotesi secondo cui la presenza di malattia residuale possa indicare uno stato protrombotico di base che scatena un'ipercoagulabilità prolungata. (Blood 2008; 112: 511-5) Clicca qui per leggere il lavoro pubblicato.
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